Cosa ci ha spinte a scegliere il metodo educativo Montessoriano per i nostri bambini?
Perché i principi espressi da Maria Montessori rispecchiavano al 100% i nostri valori.
Perché crediamo che il bambino non debba adattarsi alla vita caotica e frenetica degli adulti ma piuttosto il contrario.
Purtroppo è frequente che per mancanza di tempo noi adulti ci sostituiamo ai più piccoli facendo noi ciò che dovrebbero fare loro dettandone anche i ritmi.
Per i bambini invece tutto è una grande scoperta. Per questo ha bisogno di mettersi costantemente alla prova cercando da solo come interfacciarsi con il mondo.
Maria Montessori, famosa filantropa e prima donna medico italiana, amava dire che “erano gli stessi bambini a mostrarle di cosa avessero bisogno per apprendere”.
Il compito di noi educatori, infatti, è quello di accompagnare il bambino nell’esplorazione dello spazio che lo circonda mostrandogli quali attività può svolgere ma dando a lui la scelta di come impiegare il suo tempo.
Nessuna imposizione o manipolazione da parte di noi educatrici.
Diventiamo figure presenti ma discrete, che stanno accanto al bambino osservando i suoi progressi, i suoi successi ma anche i suoi fallimenti.
Perché per poter crescere un bambino deve potersi mettersi alla prova cercando da solo la soluzione per superare ostacoli che siano fisici o mentali. In questo modo potrà sperimentare l’autonomia e l’autocorrezione.
Ogni bambino ha i suoi tempi per imparare
Ogni bambino ha i suoi tempi per imparare e se lasciato fare è in grado di cimentarsi anche in attività che per la sua età anagrafica sembrerebbero impossibili, come ad esempio riconoscere numeri o lettere. Per questo è importante saper ascoltare i bambini, per capire di cosa hanno realmente bisogno senza mai forzarli a fare qualcosa che non si sentano pronti a fare.
Ma libertà non significa assenza di regole
Maria Montessori lo dice in modo semplice e chiaro: “vanno inibite tutte le azioni in grado di arrecare un danno al bambino stesso, agli altri e all’ambiente, e queste sono le sole regole entro cui il bambino dovrebbe imparare a muoversi”.
Quando si parla di lasciare libero il bambino di esprimere sé stesso, non significa lasciargli fare tutto ciò che gli passa par la testa senza alcuna regola.
Quello che noi proponiamo è una libertà organizzata in cui i bambini possono muoversi liberamente ma dentro uno spazio con confini chiari e precisi, perché quanto più un bambino si sentirà protetto e al sicuro tanto più crescerà sereno.
Osservare non vuol dire non intervenire nel momento in cui il bambino fa qualcosa che metta in pericolo sé stesso o gli altri.
Le poche e semplici regole servono per insegnargli il rispetto sia verso gli altri che per l’ambiente:
- se si comincia un lavoro, ci si impegna per terminarlo;
- se si ha finito di usare un materiale, lo si rimette al suo posto così che anche gli altri lo possano utilizzare;
- non si interrompe il gioco di un altro bambino, né lo si disturba se è concentrato.
E se al bambino i limiti che gli abbiamo indicato non dovessero piacergli?
Potrà certo esprimere il suo disappunto magari brontolando o piangendo, ma nessun cedimento da parte nostra che con educazione e gentilezza gli ricorderemo quali sono i confini da rispettare. Un bambino non sa ancora distinguere cosa è bene e cosa è male, gli va per tanto spiegato e fatto comprendere usando calma e pazienza.
Anche l’ambiente nel metodo Montessori è importante per lo sviluppo del bambino, per questo deve poter rispondere ai suoi bisogni fisici, psichici e intellettuali.
Un ambiente però “scientificamente organizzato” dove possa imparare a muoversi, dove venga stuzzicata la sua innata curiosità e dove possa imparare con l’esperienza diretta. Ordine, chiarezza e non un bombardamento sensoriale che disorienta.
Le principali aree tematiche proposte per l’attività didattica sono:
- vita pratica
- area sensoriale
- area espressivo linguistica
- area logico matematica
- educazione cosmica
Con i compagni di gioco di età diverse si crescere meglio
Maria Montessori sosteneva che creare gruppi di bambini con età differenti tra loro fosse utile per stimolarne e potenziarne l’apprendimento. Questo perché se i più piccoli, guardando i compagni di gioco più grandi, possono apprendere da loro più velocemente, viceversa per i più grandi prendersi cura dei più piccoli diventa un modo per auto-valutarsi verificarndo le capacità acquisite fino a quel momento.